Non hai mai visto questo capolavoro
Semplicemente perché non è mai esistito davvero, eppure ha una trama, un regista, degli attori e persino una colonna sonora, creati da migliaia di utenti online
Tu, che leggi questa newsletter, hai mai visto Goncharov?
Goncharov è un capolavoro dimenticato del 1973. È diretto da un certo Matteo JWHJ0715, prodotto da Domenico Procacci e presentato da Martin Scorsese. È la storia di un sicario russo che vive a Napoli, e nel cast ci sono Robert De Niro, Al Pacino, Gene Hackman e Harvey Keitel, cioè alcuni tra i più grandi attori di film di gangster di sempre.
È un film di mafia che sembrerebbe avere tutto: omicidi, tradimenti, un sottotesto omoerotico, un triangolo amoroso, un cast composto da attori molto noti e importanti, una colonna sonora originale. Sembrerebbe perché il film non sarebbe mai stato mostrato al pubblico, anche se online non tutti sono d’accordo sul motivo: c’è chi incolpa la censura governativa, chi un problema di distribuzione.

Ma c’è un piccolissimo problema: Goncharov non esiste. Non c’è nessuna pellicola, nessun problema distributivo e tantomeno di censura; è solo il frutto di un’elaborazione collettiva partita da un’etichetta su un paio di stivali.
Anni fa un utente su Tumblr – una piattaforma a metà tra il servizio di blog e il social network – ha pubblicato la foto di un paio di stivali acquistati online. Sull’etichetta c’era scritto: “Il più grande film di mafia mai fatto: Martin Scorsese presenta Goncharov”.
La foto all'inizio passa quasi inosservata, finché qualcuno sotto quel post, alla domanda di un utente che chiedeva cosa fosse il titolo cucito nell'etichetta, commenta: “Questo idiota non ha visto Goncharov?”. Da lì, il meme prende forma. Il post inizia a circolare e quella domanda innesca un gioco di gruppo: nel novembre del 2022, Goncharov diventa il primo argomento di tendenza su Tumblr, il secondo è Martin Scorsese.
In qualche ora migliaia di utenti collaborano per dare forma a un film che non esiste: scrivono la storia, creano poster, teorie, fan art, personaggi secondari, scene tagliate, teorie del montaggio, edizioni “estese” del film. Si arriva a ipotizzare che sia tratto da una trilogia di romanzi o da un libro di “J. Singer”, pure lui inesistente; altri utenti creano GIF, brevi video su TikTok, false interviste, perfino analisi critiche e studi sul presunto simbolismo del film.
Alcuni hanno persino iniziato a creare una colonna sonora, pubblicando playlist su YouTube ispirate alla musica dei film gangster degli anni settanta.
Su Letterboxd, una piattaforma dedicata alle recensioni di film, compare (e poi viene rimossa) una pagina dedicata a Goncharov, con centinaia di recensioni convincenti. Sono in così tanti a provare ad aggiungere il film alla pagina Wikipedia di Scorsese che gli editor dell’enciclopedia online hanno deciso di bloccare la possibilità di farlo.
È una narrazione a matrioska, dove ogni elemento e bugia regge e amplifica gli altri, fino a sembrare plausibile.
Verosimilmente l’etichetta sugli stivali dell'utente era una copia maldestra di un poster di Gomorra, il film del 2008 effettivamente ambientato a Napoli e incentrato sulla camorra, presentato negli Stati Uniti da Scorsese, prodotto da Domenico Procacci e diretto da un Matteo: Garrone. È probabile che da lì sia nato l’equivoco.
Parlando della cosa, Il Post ha scritto: «La comunità di Tumblr è nota per il suo senso dell’umorismo piuttosto elaborato, e di tanto in tanto i suoi utenti si concentrano su un tema specifico creandovi attorno un’enorme quantità di meme, post e discorsi articolati legati tra loro».
Non è la prima volta che su Tumblr nascono universi narrativi da zero, e di per sé è un fenomeno simile a quello delle fanfiction se non fosse per il suo carattere casuale e collettivo. La differenza è che in questo caso nessuno finge per prendere in giro chi ci casca: gli utenti avvisano, spiegano e coinvolgono. È un gioco consapevole e in cui ognuno può contribuire.
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Ed è anche questo che ha portato molti utenti di Tumblr a reagire con fastidio quando, nel 2023, su TikTok è nato un progetto simile: un finto horror anni ottanta intitolato Zepotha. L’idea era quella di creare da zero un film inventato e lasciare che i commenti e i meme lo rendessero “vero”. Ma stavolta era tutto organizzato a tavolino come strategia promozionale ideata da una musicista indipendente per lanciare il suo nuovo album.
Molti utenti di Tumblr hanno criticato l’operazione, accusandola di voler replicare il fenomeno Goncharov ma senza la spontaneità e l’autoironia che lo avevano reso speciale. In pratica, Zepotha era visto come un tentativo di trasformare in marketing qualcosa che era nato in modo genuino, organico e senza scopi commerciali.

Esistono server Discord dove alcuni utenti si sono incontrati settimanalmente per scrivere una sceneggiatura completa del film anche quando il meme ha cominciato a non essere più così seguito. Ci sono documenti dedicati a location e costumi, e discussioni aperte sul casting per scegliere gli attori.
Qualche anno la cosa è arrivata anche a Francesca Scorsese, attrice e figlia di Martin. Su TikTok ha pubblicato un video ironico dove mostra una conversazione col padre per chiedergli se avesse mai fatto Goncharov. Martin Scorsese risponde: “Sì, l’ho fatto tanti anni fa.”
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A quel punto, il cerchio si chiude.
Veloce veloce
🔴 Nota di correzione: Le dichiarazioni di Clint Eastwood riportate in una di queste notizie si sono rivelate false. Eastwood ha detto che l'intervista non è mai avvenuta. Manteniamo il testo per trasparenza e tracciabilità, e ci scusiamo per l'errore.
MUBI, piattaforma streaming di cinema arthouse, lancerà una propria casa di distribuzione anche in Italia; sarà guidata da Gabriele D’Andrea, già responsabile marketing di Lucky Red e amministratore delegato di Circuito Cinema.
È meglio far uscire i film il giovedì (come succede in media ora) o il venerdì?
Nel cinepanettone di quest’anno, insieme a Lillo, Christian De Sica e Maccio Capatonda, ci sarà anche Tony Effe. D’altronde gli scorsi anni chiamavano gli youtuber per stare al passo con i gggiovani.
Alex Garland, autore di film di fantascienza come Ex Machina o Annientamento, girerà per Bandai Namco e A24 l’adattamento cinematografico di Elden Ring, famosissimo videogioco di ruolo.
Luca Guadagnino dirigerà per Amazon MGM un film sul fondatore di OpenAI, la società dietro ChatGPT. Gabriele Muccino invece ha iniziato le riprese del suo nuovo film con Stefano Accorsi e Miriam Leone.
Clint Eastwood a 95 anni vuole fare ancora film (e fa bene visti gli ultimi), ma ne ha abbastanza di franchise e remake (e fa bene visti gli ultimi).
Nel frattempo Ariana Grande, dopo il musical Wicked, entra nel cast del quarto capitolo della saga comica Ti presento i miei, accanto a Ben Stiller e Robert De Niro.
Jeremy Strong, che quest’anno faceva parte della giuria per la Palma d’Oro a Cannes, ha detto che eleggere il vincitore era praticamente come fare “un conclave con lo champagne”.
La Corea del Sud è un paese con una cultura piuttosto conservatrice e pudica: per questo - rispetto a molti altri paesi occidentali - l’integrazione degli intimacy coordinator sui set sta avvenendo più lentamente. Nonostante rimangano alcuni pregiudizi su questo ruolo, però, sembra che le cose stiano cambiando.
Kevin Costner è stato accusato di abusi sessuali sul set del western Horizon 2.
Stanno mettendo all’asta tantissimi oggetti di scena dei film di David Lynch, tra cui cose che aveva creato o collezionato personalmente (tipo una strana chitarra a cinque “colli”). Ovviamente costa tutto tantissimo.
Due cose belle da vedere
Sconfort Zone di Maccio Capatonda (su Prime Video)
Non vedo tante serie, e questa – nonostante ne avessi sentito parlare bene e apprezzassi già il personaggio – mi è capitata quasi per caso su Prime Video. Ed è stata una bellissima sorpresa, perché è una dichiarazione spiazzante e poco consolatoria di un autore in crisi artistica – e forse per questo esistenziale - che invece era abituato a farci ridere.
Maccio qui si apre in un incastro meta-televisivo a tratti geniale, in cui autoracconta la sua impossibilità di scrivere una serie. Dopo averne passate di tutte per ritrovare l’ispirazione ed essersi rovinato la vita, la serie che viene fuori… è quella che stiamo guardando.
Consigliato anche perché, nonostante dei (bellissimi) momenti di grande serietà e depressione, è una visione comunque molto agevole e divertente. E per gli amanti di Maccio Capatonda riassume in vena critica un po’ tutto il suo folle multiverso.
di Gabriele Mutatempo
Vincent deve morire di Stéphan Castang (su IWONDERFULL)
Ho recuperato Vincent deve morire, film d’esordio del regista francese Stéphan Castang. È una via di mezzo tra thriller e commedia che racconta di Vincent, grafico di Lione che senza alcun apparente motivo, viene attaccato da persone che incontra in studio e per strada. Insomma, chiunque lo incontri sembra volerlo morto.
Vincent con il passare dei giorni, costretto alla ovvia sopravvivenza, inizierà ad indagare sul perché gli stia accadendo tutto questo.
Il film ha dei presupposti interessanti alla base, soprattutto se lo vediamo in ottica post-pandemica. La fattura è buona, cerca di evitare classici cliché offrendo una visualità piuttosto cruda e a tratti “ripugnante”.
Il punto debole è la scrittura: in alcuni momenti il film perde ritmo e certe situazioni non vengono chiarite. Non si capisce se sia una scelta voluta o una mancanza. Detto questo, il film si lascia guardare. Ricorda alcune opere di George Romero, da La notte dei morti viventi a La città verrà distrutta all’alba, quindi se amate quel tipo di horror sociale, potrebbe sorprendervi. Lascio ai posteri l’ardua sentenza.
Lo trovate qui.
di Simone Marcolin